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Il termine TOAMO nasce da un errore, che l’autore spiegherà nel dettaglio all’inizio del volume che riguarda la prima trilogia. Potendosi tale recensione come un quadro che riguarda tutti i volumi, vorrei soffermarmi sulle tematiche più importanti trattate, anche se, sicuramente risulta predominante quella dell’amore. Ho operato una scelta di componimenti, da TOAMO, la dama, terra e il leone, che meglio evidenziano le qualità del poeta.
Partiamo da “C’è”
[…]
E finisco di illudermi…
Per non deludermi…
Per non avere delusioni…
Deglutisco amari bocconi,
che la solitudine mi dà!
[…]
Sembrerebbe che il poeta stia subendo appunto una forte delusione, che lo induce a rinchiudersi in sé stesso. Ma il suo animo è forte e lo denota l’ultima strofa della poesia in cui si convince a rialzarsi e a sperare con l’emblematico verso “Amore c’è”.
Una tematica particolarmente cara al poeta è quella contro la violenza sulle donne, che chiaramente viene sviluppata nel componimento “Lacrime di figlio”.
La poesia è molto articolata e si può dire che risulta quasi suddivisa in due parti: nella prima predomina il rammarico, il dolore, quasi l’odio verso colui che ha strappato la vita alla donna, di cui non conosciamo il nome; nella seconda parte invece, caratteristica ricorrente dello scrittore, si apre uno spiraglio di luce attraverso il quale vengono evidenziate le sue qualità di uomo rispettoso del genere femminile e la sua speranza di donare un giorno un sorriso ad una donna.
[…]
“Abitante di scrotolandia, bulletto mio,
Apri gli occhi che su di te ci sta Dio,
Sotto di te ci sta la punta del mio stivale,
Che ti atterrerà e farà male!
Quindi verso quel paese inizia a camminare,
Ed ora spostati! E lasciami passare!
Cito l’ultima strofa del componimento Scrotolandia, un chiaro neologismo del poeta per evidenziare il disprezzo verso quella categoria di individui che si macchiano di violenza psicologica e/o fisica verso coloro che sono o sono considerati più fragili. In questa poesia non c’è pietà verso il bullo, che assume tutte le caratteristiche di colui che si macchia di colpe che potranno causare danni più o meno gravi alla vittima.
E arriviamo al tema della disabilità, col componimento Un dis differente, che, a mio avviso, merita di essere citato in più strofe. Partiamo dalla prima
Sono un Dis differente
Che nel cuore ha la corrente,
E mai mente alla sua gente.
[…]
Per la stupida gente, io son niente,
Ma li correggo, son Cuore e Mente,
E son qui, vicino, nel tuo presente.
E se non credi quanto sia potente,
Il tuo cervello è proprio assente.
La mia volontà è battente,
Perché tengo serrato il dente.
[…]
Un Dis differente si qualifica quasi come un “inno” alla disabilità. La parola inno, tra virgolette, non vuole sminuire il termine, quanto piuttosto rendere l’idea che la disabilità può e spesso deve essere considerata una risorsa da parte di chi la vive. Il Dis differente si qualifica per una forza di volontà, che spesso manca a chi non ha alcuna disabilità. Ecco perché ribadisco che tale componimento è quasi un inno alla gioia di vivere e alla resilienza.
Questi sono i componimenti che maggiormente mi hanno colpito nel primo tomo di TOAMO.
Passiamo al secondo. Nella sezione “Poesie di getto”, riscontriamo il componimento “Bene c’è”.
Si tratta di una poesia in cui il poeta si sente deluso e beffato, tant’è che l’incipit suona così: “Vattene da me”. In tutto l’arco della poesia prevalgono sentimenti negativi, la mancanza di accettazione, l’aver dato dato avendo ricevuto solo briciole in cambio. E allora perché un titolo che ha una valenza positiva? Per meglio comprenderlo, la ripropongo.
[…]
Ora il mio sentimento,
Quasi assente,
Non puoi dirmi:
Son qui! Come niente.
Nel mio presente
Ora c’è altra gente!
Non piangere
Non attacca
Non sono deficiente,
La mia amicizia e il bene
Per te c’è se la vuoi veramente!
Come ribadivo, prevalgono sentimenti negativi. Ma il poeta è connotato da una forte grandezza d’animo e, malgrado le offese, le ingiurie e il disprezzo subiti, lascia una porta aperta a questa donna che lo ha ferito, rinnovandole la sua amicizia.
Un componimento che si connota sulla scia di “Bene c’è” è “Era”. Espressioni quali […]“quando zucchero
in polvere mi davi”
Oppure […]“tu illusione…
felicità di chimera”
ci riconducono ad una delusione amorosa. Ma la seconda parte dell’ultima strofa di questo componimento è più gioiosa :
“nel mio cuore
un’altra era”.
Si tratta di due componimenti piuttosto simili, ma nell’invito completo alla lettura di entrambi, ravvisiamo una profonda differenza. In “Era” l’acredine e la sofferenza di “Bene c’è” non è assolutamente accentuata, anzi, c’è, ancora una volta quasi una nota di speranza.
Il componimento, “Notte stellata”, meriterebbe una citazione completa, che in questa sede non ci è consentita. Mi limito a riportare la didascalia che spiega il senso della poesia:
“In onore di tutte le bambine mai nate che avevano qualche disabilità e per ciò si è deciso di non farle nascere più”.
Lo spunto è dato dal fatto che non è la notte di San Lorenzo, pertanto non cadranno stelle, ma, anche se lo fosse stata, ci sarà “un’animella” in meno, in quanto una madre ha deciso di non far nascere una bambina che sarebbe stata affetta da disabilità. Il tema può generare forti discussioni in merito al diritto delle donne di far nascere i feti che portano in grembo, a maggior ragione se presentanti qualche patologia, ma ciò che ci interessa in questa sede è sempre la sensibilità del poeta e il suo inno alla vita. Il componimento si conclude infatti con “TOAMO vita”.
Ricostruzione è un componimento che si articola in tre parti: una tracciante aspetti negativi e due positivi. In questa poesia viene evidenziata nella prima parte la paura, lo sconforto iniziali dovuti alla presenza di un tumore riscontrato. Nella seconda parte, inizia l’avventura di speranza, la lotta della donna a cui è stata riscontrata la malattia. Nella terza parte, superato l’intervento brillantemente viene finalmente asportato il tumore e “nuova vita è concessa”.
L’ultimo componimento del secondo volume di TOAMO è in inglese e si intitola “Battle… serene rediscovered” e ci ricorda un po’ la leopardiana quiete dopo la tempesta. Ma è l’unico parallelismo con Leopardi che possiamo fare. Conosciamo bene la concezione della natura per niente benigna del Leopardi. Giuseppe Piluso invece ci presenta un’immagine del creato in cui il sole splende e in cui viene contemplata la bellezza della creazione.
Il terzo tomo della trilogia TOAMO si apre col componimento “Chiedendo” (Quando un uomo sbaglia), nel quale il poeta è consapevole di una serie di errori commessi contro l’amata e di averla indotta alla sofferenza fino alle lacrime e non solo, addirittura fino ad essere cacciato di casa. Ma c’è la consapevolezza da parte di chi scrive del valore della donna e della possibilità di redenzione attraverso il perdono, in quanto, soprattutto, è cosciente che:
[…]
Pensiero verso me
Non è terminato.
L’impegno verso tematiche diverse dall’amore tra i innamorati è evidente in “4 cuori”, un drammatico componimento in cui il poeta ci racconta la morte di quattro giovani, in seguito ad un incidente stradale, ai cui genitori non resta che mettere un fiore per appunto ciascuno cuore. Un verso di particolare pregnanza risulta essere:
“dentro i cuori una bomba”
Riferito chiaramente al dolore devastante dei genitori, in seguito alla morte dei figli.
Il componimento si conclude con un monito alla prudenza nella guida
Nella poesia Amore incolore, possiamo riscontrare delle somiglianze con Lacrime di figlio, del primo tomo del Toamo. L’amore viene definito la somma di tutti i colori, il nero, ma questo a cui fa accenno il poeta è un amore incolore, che non consente più alla figlia di ritornare nelle braccia del padre, è un amore che genera paura, distruzione e infine morte. Unica consolazione è che ora lo spirito della ragazza
[…]
Amato da Dio vola!
Il componimento “Bipolare io” può suddividersi in tre parti: nella prima la descrizione dei tipici comportamenti di colui che soffre del disturbo: i classici alti e bassi umorali, la variazione del ritmo sonno veglia, i cambi di opinione frequenti. Ne segue un iniziale scoraggiamento definito come “mangiare l’amaro minestrone”. Nella seconda parte viene descritto l’intervento necessario alla cura della persona, i farmaci e la psicoterapia. Nella terza parte che si aggancia alla seconda, al verso “non serve a nulla”, il poeta ribadisce che chi lo sostiene ha “torto marcio”, perché “curarsi è cosa buona”. Un messaggio d’amore chiude il componimento:
[…]
Equilibri ho trovato,
Con i tuoi consigli salvato.
Ed ora di te innamorato.
Il componimento “cambio ad U” si innesta sulla scia dei componimenti sulla salvaguardia del proprio benessere psicofisico. La metafora del cambio ad U altro non è che un’inversione di direzione rispetto alla tristezza e all’angoscia che a volte opprimono l’animo umano e rappresenta la necessità di fermarsi un attimo a riposare e infine ripartire.
Due componimenti, “Ricominciare” e “Toamo lotta per la vita”, sebbene diversi, presentano le consuete caratteristiche che contraddistinguono la poesia di Giuseppe Piluso: la necessità di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà e il trovare la forza di accettare le proprie cicatrici e farne un punto di forza.
Facendo un bilancio complessivo della trilogia, dal primo volume di Toamo al terzo, sebbene si riscontrino tematiche comuni, come abbiamo avuto modo di esaminare, si intuisce una crescita del poeta, che da una sorta di “ingenuo” ottimismo, passa ad una consapevolezza della vita reale che, malgrado presenti innegabilmente delle difficoltà, merita di essere vissuta nel migliore dei modi possibili. Nel poeta grande è la forza d’animo, immensa la fiducia in quello che di bello la vita può offrire ma non è solo l’amore a guidare i suoi passi bensì la fede, non solo in Dio, ma nella capacità che “finché c’è vita c’è speranza”, come viene affermato da un vecchio proverbio. Emerge nobiltà dai suoi componimenti, perché, in definitiva, avendo modo di leggere l’intera trilogia, è lapalissiana la nobiltà di cuore di Giuseppe Piluso, un poeta che oserei definirei “gentile”.
Cosenza , 19/03/2023
Dott.ssa Rosalinda Greco
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